Dopodichè è necessario che
il controllo venga effettuato
utilizzando solo il PC che si è
connesso inizialmente all'account
Telegram. Questo perchè
cambiare il PC, o cambiare
radicalmente l'IP della connessione
ad internet (es. passare dall'IP di
un provider italiano all'IP di una
VPN estera), potrebbero in alcuni
casi far scattare l'invio di nuove
notifiche da parte di Telegram che
svelerebbero il controllo
all'utente. E' comunque raccomandato
contenere sempre la durata di questo
tipo di controllo a pochi giorni.
Naturalmente, come anche per
WhatsApp, se l'utente controllato
entra nel menù 'Settings' > 'Dispositivi' di
Telegram potrebbe notare che c'è una
seconda sessione attiva. Raramente
si entra in questo menù, ma è un
aspetto da tenere in considerazione.
Trattandosi un doppione di Telegram attivo
in parallelo con il principale valgono
gli stessi principi già visti per
WhatsApp: non aprire i nuovi
messaggi entranti prima che lo
faccia l'utente controllato e non
scrivere nulla nelle chat (è
evidente che queste anomalie
verrebbero facilmente notate
dall'utente o dal suo
interlocutore). In pratica è
meglio limitarsi ad aprire le chat
poco dopo che sono terminate e in
una fase in cui l'utente non risulta
connesso a Telegram. Terminiamo
ricordando che è opportuno
verificare le chat con una certa
frequenza: questo perché moltissimi
utenti Telegram attivano
l'autodistruzione dei messaggi,
oppure hanno l'abitudine di
cancellare regolarmente le chat più
sensibili e i contenuti multimediali
più riservati.
Tutto questo vale salvo
malfunzionamenti, particolarità dei
livelli di sicurezza dei cellulari e
modifiche future da parte di
Telegram.
Vedi
un trucco simile per WhatsApp.